mercoledì 18 novembre 2015

REGIONE, BILANCIO, TTIP

Riceviamo e volentieri pubblichiamo...

"Molta parte dell’Europa è mobilitata (250 mila persone in piazza a Berlino un mese fa) contro il TTIP, trattato Europa-Usa per il “libero scambio”, trattato che se venisse firmato toglierebbe ulteriore sovranità agli Stati, privatizzerebbe cultura, scuola, servizi pubblici, sanità, acque, agricoltura. Portato avanti in segreto, pubblicizzato da spot che lo contrabbandano come una liberalizzazione benefica per l’umanità, il TTIP di fatto dà alle multinazionali la libertà di vendere i loro prodotti nei singoli stati in barba alle leggi vigenti. In Italia se ne parla poco, in Valle ancor meno. Nessun consiglio comunale valdostano si è pronunciato, nessuna seduta consigliare vi ha dedicato il minimo spazio.

La situazione è ancor più preoccupante nella nostra regione perché, se approvato, il TTIP porterebbe ulteriori tagli al nostro stato sociale, metterebbe in crisi ulteriormente l’agricoltura, già minacciata dalla brusca riduzione delle risorse.

Spero che molte persone abbiamo letto la pagina nazionale de La Stampa di giovedì 29 ottobre. Quella con l’articolo che parla della sanità e dell’assistenza agli anziani. Quella che ci dice che sempre più anziani riducono l’accesso alle cure per mancanza di soldi. Quella che ci dice che c’è un 14% in più di cittadini che accede alle cure private.

La pagina regionale de La Stampa di sabato 31 ottobre, ci parla invece dell’ulteriore riduzione del bilancio regionale, dei tagli e ci prospetta un ulteriore peggioramento della situazione.

Prendendo il toro per le corna, vorrei tentare di fare delle proposte per reperire risorse da destinare allo stato sociale e magari anche a qualche utile investimento che dia lavoro.

  1. La CVA (Compagnia Valdostane Acque) in questi anni ha accumulato un sacco di profitti. Possibile che questi soldi possano essere utilizzati come fondi privati o per ripianare i debiti del Casinò? 
  2. Rimanendo in tema di acque pubbliche, in 20 anni si sono rilasciate decine e decine di concessioni per la costruzione di centraline idroelettriche da parte di aziende private che hanno incassato centinaia di milioni di utili - profitti sia con la produzione sia con i certificati verdi. Ora queste concessioni gradualmente stanno arrivando a scadenza. Ai Comuni e alla Regione mancano soldi? Ebbene perché non ridiscutere tariffe e quote di proprietà? Avendo queste società ammortizzato ampiamente l’investimento non sarebbe ora provvedere ad una redistribuzione degli utili a favore della collettività?
  3. FOPADIVA, il fondo pensione privato per il valdostani, privato anche se la regione l’ha finanziato con parecchi milioni di euro. Orbene, con le opportune garanzie date dalla Regione sui rendimenti, perché non fare rientrare in Valle questi capitali e utilizzarli e investirli per le nostre necessità.
Ecco tre proposte praticabili subito.

Ce ne sarebbe un’altra, ma più complessa: la creazione di “Buoni tesoro regionali”, con l’opportuno rendimento che copra il tasso di inflazione, buoni che potremmo acquistare con i risparmi che teniamo nelle banche.

Ci sarà qualche amministratore o politico che può, vuole, ma soprattutto ha l’autonomia per prendere in considerazione queste proposte?"

Alessandro Bortot Levis

Nus 31 ottobre 2015

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